Lavori


 

Fabbricato abitativo su micropali


Su ordine della committenza si desidera edificare il fabbricato abitativo binato rappresentato nella figura riportata sotto. Edificio su 3 livelli, di cui uno interrato parzialmente e con setti in CLS. Tipologia costruttiva a telaio. Comune in zona sismica 2.

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La relazione geologico-geotecnica mette in evidenza la presenza contemporanea di 4 problemi:

  1. presenza di terreno non resistente, causa sottosuolo composto da argille scadenti
  2. presenza di andamento discontinuo della roccia sottostante alla sagoma dell’edificio
  3. presenza di falda a pochi metri dal piano campagna
  4. presenza di spinta del terreno su un solo lato dell’edificio (il fabbricato è posto in pendio)

A fronte delle problematiche menzionate, inerentemente le fondazioni superficiali è stata scelta l’ovvia soluzione della platea con rete drenante a latere, mentre per quelle profonde sono state discusse 2 soluzioni:.

  • setti di grosso spessore di forma ad E capaci di raggiungere la roccia sottostante. Tale soluzione è stata valutata ma in seguito scartata per svariati motivi: (1) la roccia (marna cirenea) è situata a una profondità media di 6 metri; i setti risultavano essere così troppo alti e di conseguenza troppo onerosi; (2) l’elevata profondità dei setti presentava forti problematiche inerenti la sicurezza; (3) i setti avrebbero creato un effetto diga impedendo così il regolare deflusso della falda sottostante, aumentandone il livello
  • micropali intestati per 2 m nella roccia, realizzati tramite trivellazione, con Ø200 mm e con armatura tubolare interna

E’ stata scelta la seconda soluzione in quanto vi era assenza di alternative. La verifica geotecnica di resistenza di ogni singolo palo (approccio 2, condizioni di carico A1+M1+R3) ha evidenziato un valore allo SLU di 41,4 ton e allo SLE di circa 30 ton.

La maglia dei micropali è stata disegnata tenendo conto delle seguenti condizioni:

  • micropali inseriti solo al di sotto dei setti in CLS dell’interrato per evitare armatura a punzonamento
  • sollecitazione massima sui pali in condizione SLE minore di 30 ton
  • interasse minimo pari a 3 diametri per lo sviluppo completo dell’attrito laterale
  • interasse massimo pari a 3÷3,5 m

Per quanto riguarda i carichi massimi sui pali si è proceduto ad un’analisi dell’andamento degli stessi ipotizzando un suolo elastico alla Winkler con costante di sottofondo pari a: Kw=0, Kw=0,7, Kw=1,5. E’ naturale che porre Kw=0 risulta essere la condizione che più fra tutte è a favore di sicurezza ma l’idea di una palafitta, poco si adegua al concetto strutturale su un suolo comunque composto da terreno argilloso. Al contrario, con le problematiche menzionate poc’anzi, è la scelta corretta.

Il grafico seguente illustra l’andamento dei carichi in funzione dei pali:

Sollecitazioni

Analizzando lo scarico del peso sul terreno in funzione della costante di sottofondo si ha:
– Kw=0,0 —> Peso sul terreno = 0%
– Kw=0,7 —> Peso sul terreno = 11,85%
– Kw=1,5 —> Peso sul terreno = 24,48%

La funzione di regressione tra Kw e lo scarico del peso è lineare e di equazione:

Peso sul terreno = 16,301 Kw

con un coefficiente di determinazione praticamente pari all’unità.

L’armatura della platea con Kw=0 risultava sufficiente con la sola doppia rete Ø8/20×20 ma, a favore di sicurezza, si è optato per un Kw=1, valore indicato nella relazione geologico-geotecnica come il più attendibile e che scarica sul terreno circa il 16,3% del peso del fabbricato (valore comunque plausibile). Si è proceduto così ad aggiungere armatura superiore ed inferiore alla platea. Infine sono state create due trincee drenanti riempite di materiale di grosso diametro e con scarico a valle.

Durante la direzione dei lavori, lo scavo di sbancamento metteva in risalto una argilla estremamente compatta, a tal punto da dubitare delle scelte effettuate. Ma ad appena 1 metro al di sotto della quota di sbancamento, come illustrato nelle foto seguenti, la situazione cambiava di molto.

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Riqualificazione di Piazza Duomo a Rossano Veneto (VI)


In occasione del bando di concorso per la riqualificazione di Piazza Duomo a Rossano Veneto (VI) è stata creata una associazione temporanea di professionisti composta dal sottoscritto, dall’ing. Giancarlo Alberton e dall’arch. Devis Dussin.

Il concorso di idee aveva come oggetto:

  1. il rifacimento della piazza e la rivalorizzazione di un’area oramai degradata
  2. l’abbattimento dell’attuale oratorio/cinema con la ricostruzione di un edificio di circa 5.000 mc, avente funzione residenziale, direzionale e commerciale
  3. la sistemazione della strada che intercorre tra villa Caffo Navarrini fino alla fine della piazza, risolvendo il problema della strettoia situata tra di loro
  4. recupero e valorizzazione della torre dell’acquedotto con attribuzione di funzioni compatibili

Inerentemente il punto 1 si è deciso di riqualificare la piazza in funzione delle peculiarità storiche del comune: le cartiere e le biciclette. Si è disegnata così una fontana (l’acqua: simbolo delle cartiere) di geometria rotonda e con delle strisce radiali che vi escono (Tavola 2). Per dare più pregio alla piazza e per assegnarle un uso prevalentemente pedonale è stata inserita una stoà, punto di incontro e aggregazione dei cittadini.

Per quanto concerne il punto 2 si è deciso un edificio con sagoma di pentagono irregolare assimmetrico. La suddivisione funzionale prevede al piano terra una destinazione d’uso commerciale, al primo direzionale e al secondo residenziale.

La Tavola 1 illustra le scelte adottate per il soddisfacimento del punto 3. Le uniche possibilità per risolvere il problema della strettoia a Nord della piazza erano o l’abbattimento degli edifici esistenti o l’imposizione del senso unico lungo il tratto di strada dalla rotonda fino alla piazza. Si optato naturalmente per la seconda soluzione, andando a studiare un percorso alternativo per il traffico. Tale scelta permette inoltre di creare un percorso pedonale funzionale lungo tutto il tragitto.

Il recupero dell’acquedotto (punto 4) richiedeva funzioni compatibili con lo stesso e quindi con l’idraulica. Essendo l’Università di Padova la più antica d’Italia e una tra le più importanti per quanto concerne l’idraulica, si è pensato di rivalorizzare la struttura proponendo la creazione di un museo dell’acqua che possa invogliare gli studenti a specializzarsi in tale disciplina.

La Tavola 3 riporta il confronto fra lo stato attuale e quello di progetto.

Tavola1

TAVOLA 1

Tavola2

TAVOLA 2

Tavola3

TAVOLA 3